Nata dalla inesauribile inventiva dell’autore inglese Ray Cooney, autore di capolavori come Taxi a due piazze e Se devi dire una bugia dilla grossa, è una farsa piena di equivoci e di situazioni comiche e paradossali.

Il dottor Mortimore, medico affermato, viene finalmente invitato a tenere una relazione alla più importante conferenza mondiale di Neurologia, evento che coronerà la sua già brillante carriera. Ovviamente non può andare tutto bene come lui si aspetta. Soprattutto quando si presenta un’infermiera dell’Ospedale S.Andrea, sua ex amante e madre di un figlio che il povero dottore non sa di avere. Da questi due presupposti nasce la girandola di situazioni  che porteranno Mortimore a cercare di proteggere il suo matrimonio e la sua carriera da un sicuro scandalo. In questo conivolgerà il suo fidato amico dott. Booney, con il quale riuscirà a costruire una serie di invenzioni quasi più credibili della stessa verità.

Si ringrazia MTP Concessionari Associati per aver concesso gratuitamente la diffusione dell’opera di Ray Cooney “E’ una caratteristica di famiglia” sulla piattaforma i-Drama

Anno 2009. È martedì grasso. Un serial killer sta commettendo degli omicidi negli ambienti della prostituzione di Roma. Due investigatori privati di Caprarola, seguendo un caso di adulterio, sono costretti a passare la notte travestiti da transessuali nell’Hotel Babilonia, dove le loro strade si incrociano con quella del serial-killer.

Una divertentissima commedia che pur ricalcando nell’intelaiatura i famosi Vaudeville Francesi, è pervasa da un humor tipicamente Italiano.

Non mancano: equivoci, colpi di scena, situazioni piccanti e chi più ne ha più ne metta!

All’interno di un condominio della periferia romana si intrecciano le storie di due coppie, una radical chic piena di nevrosi e una borgatara e coatta, che, nonostante gusti, tendenze e cultura diametralmente opposti, si trovano a vivere in appartamenti che scoprono essere identici, sia nella struttura che nell’arredamento.

Dall’incontro dei quattro nascono situazioni imprevedibili ed esilaranti che finiranno per azzerare le differenze: forse i punti di contatto e di attrazione sono maggiori di quanto apparisse inizialmente.

Spettacolo messo in scena nel 2013, ambientato nello studio romano di un autorevole medico legale, contiguo alla sede di un ministero assediato dai manifestanti che protestano contro il carovita e la disoccupazione. In esso si incrociano i destini di un meccanico che ha perso l’udito, di un cameriere di provincia costretto su una sedia a rotelle, di un ambulante napoletano ormai non vedente, dei loro accompagnatori e del personale dello stabile, maschere buffe di un’Italia che ha perso anche gli ultimi residui di civismo. Nel divampare della guerriglia urbana alla quale assistono senza emozioni, sempre più irritati dal ritardo del medico che deve visitarli per validare le loro richieste per la pensione di invalidità, i personaggi si abbandonano al racconto delle loro grottesche disavventure, all’invettiva populista contro una società devastata dalla crisi e dalla corruzione. Quando il medico legale, insolitamente frastornato, fa finalmente il suo ingresso in scena, la storia cambia di tono, avviandosi verso un finale a sorpresa.

“Nebbia, maledetta nebbia! Solo nel porto riesce ad essere così densa, così vischiosa. Si infila tra i moli, ti si appiccica addosso. Perfino le parole ha cancellato.”

“Rojo…era unico, era speciale. Rojo era amore e libertà e un essere libero non può fermarsi, e voltarsi, per vedere se si è perso qualcosa, o se qualcuno lo sta seguendo. Va per la sua strada. Vive. Lui era del mondo e per non perderlo ho deciso di lasciarlo andare.”

In un tempo qualsiasi, in un porto qualsiasi, Rojo è una favola moderna, recitata, cantata e ballata al ritmo di un molo portuale, ma potrebbe essere un mercato rionale o una piazza di qualsiasi città.